
piango per Narciso, ma non avevo mai notato quanto fosse bello. Piango perché ogni volta che si inginocchiava accanto a me io potevo vedere riflessa, nella profondità dei suoi occhi, la mia stessa bellezza.
Queste quattro righe stamane mi hanno investito come un tir.
Esse hanno risvegliato in me, placidamente distesa al sole, un turbinio di emozioni e letture.
È l’ acquitrino dove Narciso solea affacciarsi e che in realtà gli diede la morte.
Il laghetto, l’unico fortunato detentore della bellezza del giovane e della cui godeva per ore ed ore, rivela alle fate del bosco che il suo tempo, invece, era impiegato a rimirar la sua riflessa negli occhi del giovine.
Non è questo forse l’amore e nel contempo una sorta di narcisistico egoismo?
Da un lato l’ egoistica necessità di rispecchiare nell’ altro la nostra bellezza (nel senso lato d capacità e doti) e, dall’altro, bisogno spasmodico di brillare negli occhi di qualcuno.
Affermazione di sé e nel contempo ricerca angosciata di certezze.
E questa è solo una parte dell’emerso che sono riuscita a razionalizzare. Sì, razionalizzare. ..forse!
Non è detto che non torni con altri appunti.
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