Dicono che uno scrittore (di quelli veri) riesce a star fuori dal suo personaggio, crede di poterlo dominare, e in effetti lo fa, lo rende “congruo e coerente”, e lo obbliga a fare ciò che egli ritiene più opportuno o dove la trama e la drammatizzazione del pezzo lo dirige.
Lara ovviamente era ed è un personaggio, una tipa che mi ha preso la mano, una scrittura attraverso la quale ho visto, rivisto, vissuto rivissuto un milione di vicende, non personali grazie a Dio, ma anche.
Dicono anche che scrivere, disegnare, dipingere aiuti in qualche modo a “buttar fuori” e vedere, a estraniarsi da certi nostri “io”, vederli, percepirli, curarli, se è il caso, esaltarli se invece lo si ritiene più opportuno.
Da quando Lara ha iniziato a imperversare fra le mie pagine ed era il lontanissimo febbraio 2014, la mia vita, la mia anima, il mio essere hanno subito, o attuato, cambiamenti strutturali. In buona sostanza la Belinda che ha iniziato a scrivere Lara e i maschi non è la stessa che ha scritto l’episodio 10 e tanto meno l’episodio 23!
Pertanto posso dire di aver utilizzato Lara, di averla fatta trasformare a mio piacimento, accompagnando ogni mio passo, ogni mio singolo respiro in questi 5 lunghi mesi.
Fino all’epilogo che appartiene solo a me, a cui io sola so come essere arrivata…e più ci penso e più mi dico che doveva essere così, perché gli intrecci della mia esistenza sono perfettamente incastrati in questo percorso, perché c’è la mia vita, e Lara e i maschi rimarrà impressa nella mia memoria per sempre.
Come una foto sta ad un istante, Lara sta a un periodo lungo e meraviglioso, un percorso tortuoso, fatto di gioie, riflessioni, addii, arrivederci, amore e odio, accoglienza, compassione, decisioni, attese, lacrime e risa.
Pertanto per ora le dico Arrivederci? forse..magari rinascerà più in là…per aiutarmi a estraniami da altro e per vedermi, lì, vivere la mia vita e non vederla vivere.